Promuovere l’indipendenza per una migliore qualità della vita delle persone stomizzate, prevenire e trattare le lesioni difficili, gestire le problematiche legate alla continenza urinaria, intervenire per un corretto trattamento della dialisi peritoneale, prevedere una programmazione assistenziale nei pazienti con disturbi cognitivi in ambito geriatrico, assistere la persona nel fine vita, gestire dispositivi respiratori non invasivi, prevenire e trattare il dolore. Sono solo alcune delle molteplici competenze di cui si occupa l’Infermiere Esperto, al fine di rendere l’assistenza, in ospedale, negli ambulatori e a casa degli ammalati più efficace e qualificata.
Dei 1.100 Infermieri della Ausl 3 di Pistoia oggi un centinaio, oltre a possedere la preparazione universitaria (e in alcuni casi il master), ha anche sviluppato approfondite ed avanzate conoscenze e abilità, in particolari contesti assistenziali, diagnostici e terapeutici. A loro si affidano gli assistiti anche per problematiche complesse come i pazienti cronici in particolare i diabetici e coloro che sono affetti insufficienza respiratoria, gli anziani e i piccoli pazienti pediatrici. L’Infermiere Esperto è anche consulente, fornisce, quando necessario, le proprie competenze ed esperienza agli altri colleghi: può accadere nel caso di un paziente ricoverato o assistito a domicilio, quando ci sia la necessità di un intervento immediato per risolvere un problema o chiarire un sintomo, per esempio nell’assistenza ad un malato di Sla.
Nel pronto soccorso dell’Ospedale San Jacopo di Pistoia, grazie alla presenza dell’Infermiere Esperto, si stanno verificando meno accessi ripetuti e meno ricoveri nei pazienti che hanno oltre 65 anni di età. Si tratta, al momento, di un progetto sperimentale con risultati davvero sorprendenti: una volta analizzati i bisogni clinici e assistenziali del paziente vengono attivati percorsi alternativi al ricovero ospedaliero. Nell’ambito delle due giornate formative dal titolo “Consulenza infermieristica: uno strumento di continuità assistenziale” – svoltesi all’ospedale San Jacopo di Pistoia nei giorni scorsi – alla luce delle nuove responsabilità e competenze sempre più evolute del personale infermieristico è emersa l’importanza di una implementazione capillare della “procedura aziendale” per la gestione della Consulenza Infermieristica nell’AUSL3, al fine di diffondere in modo omogeneo una pratica condivisa e promuovere una “cultura di buona assistenza”. “Da qualche anno questa attività è svolta nei setting ospedalieri, negli ambulatori e a livello domiciliare, sia da parte degli infermieri che delle ostetriche – spiega la dottoressa Rosy Raffaelli, direttore delle professioni infermieristiche ed ostetriche – era quindi giunto il momento di dare agli infermieri Esperti un’identità ed un ruolo nell’ambito della nostra organizzazione, da ora in pio saranno anche monitorati i loro interventi, anche al fine di capire in quali ambiti.
via lanazione.it