Concorso in Polizia, la Federazione IPASVI avvia azione legale

Nessuna risposta alla nota che la federazione ha inviato in agosto ai ministeri dell’Interno e della Salute e al Capo della Polizia per chiedere l’annullamento del bando di concorso. Necessario e a questo punto inevitabile procedere a tutela della professione. Può un concorso pubblico per infermieri ignorare il requisito dell’iscrizione all’Albo professionale ed essere incoerente con le funzioni previste dalle norme per il profilo professionale messo a concorso? Evidentemente no.

Sono proprio queste le ragioni che hanno indotto la Federazione Ipasvi a scrivere, lo scorso 9 agosto, una nota indirizzata, tra gli altri, al ministro dell’Interno, a quello della Salute e al Capo della Polizia. L’antefatto risiede nella pubblicazione del bando per un concorso pubblico per 56 posti di Vice revisore tecnico infermiere, per il settore sanitario della Polizia di Stato. Il bando, così come rilevato nella lettera scritta dalla presidente Annalisa Silvestro con l’assistenza dell’avv. Massimo Occhiena, oltre a non prevedere tra i requisiti per l’ammissione al concorso l’iscrizione allo specifico Albo professionale (art. 2, comma 3, legge 43/06), è incoerente con la disciplina vigente delle funzioni del profilo professionale messo a concorso. I “compiti” del Vice revisore tecnico infermiere, elencati in un apposito allegato al bando sono in buona parte riconducibili ad una vetero logica mansionariale superata dalla legge n. 42 del 1999. Con la lettera del 9 agosto, pertanto, la Federazione Ipasvi rappresentava tali distorsioni e chiedeva che il bando fosse annullato o riesaminato «in autotutela nella logica di una fattiva e reale collaborazione tra Pubbliche amministrazioni». A più di un mese da tale lettera non è pervenuta alcuna risposta e, pertanto, la Federazione Ipasvi ha deciso di avviare le azioni legali ritenute più opportune a tutela degli attuali e futuri vice revisori tecnici infermieri operanti nel settore della Polizia di Stato.

via www.ipasvi.it

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