Strategie per smettere di fumare

Secondo i dati ISTAT, nel 2012 in Italia, su 52,5 milioni di abitanti con età superiore ai 14 anni, i fumatori erano circa 11,5 milioni (21,9%), di cui 7 milioni di uomini (27,9%) e 4,4 milioni di donne (16,3%). Nel 2003, prima della legge anti fumo, la prevalenza dei fumatori era del 23,8% (31% uomini e 17,4% donne) con un calo complessivo dell’8%, più marcato tra gli uomini (-10%) che tra le donne (-6,3%). I valori più alti per gli uomini si hanno tra i giovani adulti di età compresa tra i 25 e i 34 anni, con una percentuale del 35,9%; per le donne la classe con una prevalenza più alta è quella tra i 45 e i 54 anni, con una percentuale del 23,4%; la prevalenza tra i giovani di età compresa tra i 15 e i 24 anni, con un valore di 20,7% (25,5% per i maschi e 15,6% per le femmine) è in calo rispetto al 21,4% del 2011 (26,5% per i maschi e 15,9% per le femmine).

  • Nel fumo di sigaretta sono presenti tra le 4000 e le 5000 sostanze chimiche differenti. Tra le più pericolose vanno segnalate:

* la nicotina, alcaloide che si trova nella pianta del tabacco con forti proprietà psicoattive, è responsabile della dipendenza fisica e psicologica e dei danni a carico dell’apparato cardiovascolare;
* il catrame, che contiene sostanze cancerogene che si depositano nel polmone e nelle vie respiratorie;
* il monossido di carbonio, è un gas che si forma dalla combustione della sigaretta ed è responsabile di danni all’apparato cardiocircolatorio e ai tessuti;
* sostanze irritanti, responsabili dell’aumento del rischio di asma, bronchite cronica ed enfisema polmonare.

  • La nicotina agisce principalmente a livello del sistema nervoso centrale e in particolare a livello cerebrale interessa:

* il sistema mesolimbico dopaminergico, responsabile dell’effetto euforizzante;
* il locus coeruleus, responsabile della sensazione di rilassatezza.
Inoltre la nicotina agisce a livello:
* del sistema cardiovascolare: aumentando la frequenza cardiaca e la pressione arteriosa;
* del tratto gastrointestinale: aumentando il tono e l’attività motoria;
* delle ghiandole esocrine: aumentando la secrezione salivare e bronchiale.

Secondo l’Organizzazione Mondiale della sanità il fumo di tabacco è la seconda causa di morte nel mondo e la principale causa di morte evitabile. Ogni anno muoiono quasi 6 milioni di persone a causa dei danni da tabagismo, fra le vittime vanno segnalati oltre 600.000 soggetti che muoiono a causa del fumo passivo. Chi non fuma ha un’aspettativa di vita di ben 10 anni superiore rispetto ai fumatori.

La dipendenza da nicotina è l’ostacolo principale per chi intende smettere di fumare, ma giocano un ruolo importante anche fattori di natura psicologica e sociale. Il ruolo degli operatori sanitari per aiutare a smettere di fumare è fondamentale: la sola forza di volontà, per quanto elemento indispensabile, può non essere sufficiente. Secondo alcuni studi sembra che solo il 3% dei fumatori riescono a smettere con la sola forza di volontà.

  • Su tutto il territorio italiano sono distribuiti quasi 400 Centri antifumo che aiutano a smettere di fumare con vari strumenti:

* il counselling individuale;
* la terapia di gruppo;
* la prescrizione di prodotti sostitutivi della nicotina;
* i farmaci per la disassuefazione.

  • Secondo le linee guida per promuovere la cessazione del fumo, a ogni visita, indipendentemente dal motivo della visita, bisognerebbe valutare lo status del soggetto riguardo al fumo e indicare quale approccio adottare per rendere efficace e incisivo un intervento preliminare di pochi minuti. Tale intervento è conosciuto come counselling delle 5 A e consiste nel:

* chiedere (Ask) se il soggetto è fumatore o meno;
* consigliare (Advise) di smettere tramite messaggi chiari e personalizzati;
* valutare (Assess) la volontà di smettere;
* fornire assistenza (Assist) nella fase di cessazione;
* pianificare (Arrange) il follow up e gli interventi di sostegno.

  • L’intervento di counselling individuale o di gruppo deve aiutare il soggetto ad affrontare i temi legati alle motivazioni che lo spingono a fumare, ai costi e ai benefici dello smettere. Nell’ambito dell’intervento sono indicate strategie comportamentali, al fine di superare situazioni di crisi e, in alcuni casi, può essere fornito materiale di auto-aiuto, che il soggetto può utilizzare come supporto a casa.
  • Se un soggetto mostra di prendere in considerazione la possibilità di smettere ma dichiara di aver bisogno di più tempo, è necessario fornire indicazioni per promuovere la cessazione eventualmente suggerendo di rivolgersi a un centro specializzato.
  • Se un soggetto dichiara di non voler smettere è bene anche in questo caso ribadire l’importanza della cessazione e, quando possibile, stabilire un intervento motivazionale per far prendere consapevolezza sull’importanza dello smettere di fumare.
  • La terapia farmacologica con i trattamenti sostitutivi (gomme da masticare, cerotti e altri prodotti a base di nicotina) andrebbe proposta a chi fuma più di 10 sigarette al giorno. Secondo studi recenti la somministrazione di prodotti sostitutivi della nicotina aumenterebbe del 50-70% la probabilità di successo.
  • In casi particolari può essere raccomandata la terapia con bupropione oppure con vareniclina, farmaci rispettivamente in grado di ridurre i sintomi dell’astinenza da nicotina e il desiderio della sigaretta.
  • Non è ancora chiara l’efficacia e la sicurezza delle sigarette elettroniche. Gli studi attuali non sono in grado di escludere danni associati alle sigarette elettroniche.
  • Per le gravide fumatrici si raccomanda un intervento di counselling personalizzato e materiale di auto-aiuto. Va sempre ricordato che il fumo è dannoso per la madre e per il feto. Ci sono prove limitate per determinare la sicurezza e l’efficacia della terapia farmacologica durante la gravidanza. La cessazione del fumo in qualsiasi momento durante la gravidanza può comportare notevoli benefici per la salute della gravida e del nascituro, ma ci sono pochi dati sulla tempistica e sulla frequenza ottimali dell’intervento di counseling in gravidanza.
  • Diversi studi dell’OMS dimostrano che l’aumento del prezzo dei prodotti a base di tabacco è un deterrente contro il fumo, che incide in misura variabile tra Paesi ad alto e basso reddito: un incremento di prezzo del 10% indurrebbe alla cessazione dal fumo il 4% dei fumatori nei paesi ad alto reddito e l’8% dei fumatori nei paesi a basso reddito.
  • I divieti e le norme restrittive sull’uso di sigarette sono azioni politiche che si riflettono sulla salute della popolazione. L’esempio più importante è rappresentato dall’applicazione della legge 3/2003 che, regolamentando il fumo nei locali pubblici e nei luoghi di lavoro, ha portato in Italia alla riduzione dei fumatori e al parallelo incremento delle vendite di farmaci per la cessazione.
  • Gli ostacoli per chi vuole smettere di fumare sono spesso di natura psicologica.
  • Gli operatori sanitari dovrebbero ricordare a chi vuole smettere di fumare che:

* il desiderio impellente della sigaretta dura solo pochi minuti e si può cercare di distrarsi con piccoli accorgimenti come masticare una gomma o una caramella, bere un bicchiere d’acqua, chiacchierare con qualcuno, fare una passeggiata;
* i sintomi dell’astinenza si attenuano già nella prima settimana;
* già dopo 20 minuti dalla cessazione del fumo si ottengono i primi effetti benefici per l’organismo;
* non è detto che smettere di fumare faccia per forza ingrassare.

Anche dopo la cessazione può capitare di ricominciare a fumare: la ricaduta non deve scoraggiare ma può essere vista come un momento utile per conoscere e affrontare meglio i momenti critici.

via www.ipasvi.it

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